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In treno per Pandino, rozza borgata della Bassa, un pomeriggio dell’ultima decade d’agosto.
Alcune violente febbri nervose l’hanno lasciata pallida pallida e senza forze: le narici le si sono affilate: un plumbeo cerchio alla fronte non l’abbandona mai.
La mamma, preoccupata, le ha detto: — Scrivi alla zia Nunzia, chiedile che t’accolga per qualche settimana nella sua fattoria. Non può dirti di no: in fin de’ conti sei la figliuola di suo fratello!... Respirerai un poco d’aria libera, farai buon sangue: devi pur metterti in buone condizioni, per lavorar quest’autunno. In casa di contadini si mangia male, lo so; ma