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:: Stella mattutina 171

La donna si volge: — Da queste parti non v’è stazione. — E nel volgersi ride; ed ella la ravvisa: è Daria: sono i suoi denti puntuti, i suoi occhi di smalto azzurro, senza sopracciglia. Vorrebbe chiederle: — Perchè è morto il tuo bambino?... Perchè hai abbandonato Nani?... — Non giunge in tempo: è scomparsa.

Ed ella va va va, fin che trova un’altra donna, diritta contro una porta chiusa. Anche a lei chiede: — È questa la via che conduce alla stazione?... — Ha già veduto altre volte quell’alta persona, quel profilo d’imperatrice.

È la contessina Augusta, con la sua veste dell’ultimo ballo, di velo rosa a innumerevoli volanti, e sui capelli una ghirlanda di gelsomini.

— Questa?... Questa è la via dell’amore. Non vedi quante rose?...

E anch’ella scompare.

Rose?... Non ne scorge. Forse si saranno nascoste, perchè non la vogliono, così, senza scarpe, senza calze, senza valigia. Così, vestita come una poveretta... Bisogna andare a cercarle.