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170 | Stella mattutina | :: |
quella che si vede guardando il cielo attraverso un vetro giallo. Sorda l’aria, e immobile: una fascia d’ovatta. Così nelle campagne, quando cade la neve.
Ella cammina cammina. Deve andare a prendere il treno, per un paese lontano; ma ignora che treno sia, nè che paese. Cammina cammina. Ed ecco: s’accorge che è senza valigia. Dove l’ha lasciata?... Come farà, nel collegio, senza valigia?... Poi s’accorge ch’è senza scarpe e senza calze. I suoi piedi nudi non toccan nemmeno la terra, non soffrono d’esser nudi. Ma come farà a presentarsi alla direttrice, senza scarpe e senza calze?...
La crederanno una mendicante: la cacceranno via.
Vorrebbe tornare indietro: non riconosce più il cammino. Non è più la sua, quella strada di cui non sa il nome e non vede la fine, fiancheggiata da case deserte e da prati. Chiede a una donna imbacuccata in un mantello, che le sorge ad un tratto d’accanto: — È questa la via che conduce alla stazione?... —