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:: | Stella mattutina | 167 |
all’ufficio. Siam qui a due passi, lo sai. E poi, tu non conosci ancora la novità. Grande novità!... Mi sposo, in settembre. Sposo Sandro, si capisce. Non ricordi?... Il mio Sandro...
Come si fa a non ricordarsene?... Fin dalle classi preparatorie Drusilla studiava lezioni e scriveva compiti pensando a Sandro, parlando di Sandro: fingeva, in classe, di prendere appunti, per aver agio di scarabocchiar lettere a Sandro, zeppe d’interiezioni e di spropositi: di Sandro tutte le condiscepole conoscevano i baffi e la scriminatura, le ansie amorose del presente e i propositi per l’avvenire, le scarpe crocchianti e certe piccole infedeltà senza importanza, che la serena Drusilla sapeva perdonare.
Ma non ve n’eran molte, nella scuola, innamorate d’un «Sandro» vicino o lontano, fedele o no, di carne e d’ossa oppure semplicemente sognato, pensando al quale ogni peso pareva leggero, persino le conferenze di pedagogia, le equazioni algebriche, le lezioni di fisica applicata?...
Molte: lei, no.