Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
:: | Stella mattutina | 151 |
piena canicola getta di sorpresa il pianto livido dell’autunno; e batte e scorre in rapidi rivoli sui vetri del balcone di cucina.
La sorella ha destato allora allora un’alta fiammata sul focolare, con vecchi quaderni e brutte copie di compiti zeppe di sgorbi, di pentimenti, di rifaciture; — e sta mondando legumi per la minestra. A mantener la fiammata ha aggiunto due pezzi di legna; il brontolio della pentola appesa alla nera catena le dice parole buone, di pazienza, di speranza.
Si volge: — Oh, Nani!... — Ma dunque l’uscio era aperto?...
Le risponde con uno scoppio di risa: di quei tali, però, che muoion fra i denti.
Come è pallido!.. Mal vestito, col colletto floscio, i polsini sfilacciati. Prende una sedia, le fa fare un mulinello, vi si pone a cavalcioni.
La sorella, un poco incerta, gli tenta una carezza sui capelli: folti, morbidi: capelli da donna: verso l’occipite, una ciocca bianca, sin dall’infanzia.
— Sei tu, finalmente!... C’è il finimondo,