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:: | Stella mattutina | 149 |
vera Dinin; ma l’Altra, la Vera, è al disopra di tutto e di tutti, è la Regina in incognito, che nulla può ledere. La sente, a volte, rivelarsi e sovrapporsi alla persona circoscritta respirante camminante, con la potenza d’un getto di lava; e ciò accade generalmente quand’ella, vagabondando sola, segue, lungo oscure straducole urbane, il suono degli organetti. Perdono allora le viuzze la loro sudicia tristezza per tramutarsi, d’incanto, in vaste e superbe piazze formicolanti di gente: e sempre più s’infittisce la gente, riempiendo l’aria del proprio anelito, con innumerevoli volti protesi alla musica dell’organetto; ma non è più quella musica: è armonia di parole uscenti dalla bocca dell’Altra. Parole che lei ancora non sa: ne sente soltanto la sonorità melodiosa, la struggente e consolatrice dolcezza, che cerca i cuori degli uomini, e li fascia li bacia li penetra li sommerge.
Quando il manubrio dell’organetto si ferma, e il catarroso valzer o la zoppicante mazurca è finita, cessa anche l’allucinazione: riprende il vicolo il suo squallore di budello cieco, la sua