Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
128 | Stella mattutina | :: |
sentazione d’opera, veementi come il gesto del tenore che ammazza la prima donna.
Nessuno ha udito quel che le disse Giuditta Grisi. Nemmeno la nonna, curva sulla sua calza, mormorante le avemarie del suo rosario; che non ricorda più di essere stata, nel tempo, la seguace della Diva; al pari di essa esposta alla ventura delle strade e delle locande, ai capricci delle quinte, al magnetismo delle platee. Incolore, ma leggiadra; e la leggera claudicazione le dava forse la grazia d’una Luisa di La Vallière...
Romanzo?... Sia pure. Per lei, romanzo e realtà sono la stessa cosa: ciò che esiste nella sua immaginazione le appare blocco di vera vita.
Ha un antenato, che fu grande artista e gran signore. Non ne sa il nome, non ne sa il volto. Ma non importa. Le piace immaginarselo. Sua madre e lei portano gli intimi segni del suo spirito, i visibili segni della sua figura. I singolari contrasti che risaltano nella persona dell’operaia Vittoria hanno la lor ragione in lui: