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:: | Stella mattutina | 127 |
e operante, ma solo di come morì, all’ospedale, di tifo; e della nuda miseria in cui la lasciò. E conchiude il breve discorso con uno stanco socchiuder d’occhi e un «basta!...» che è un taglio netto.
Di certo v’è questo: che il nonno, e anche il padre, appartennero a genuina stirpe campagnuola: che i loro vecchi, e i vecchi dei vecchi, furon gente rude, da aratro e da zappa: il che non ha nulla a che fare con le esili mani venate di viola.
Chi dunque gliele ha date, quelle mani, a sua madre e a lei?...
Lo sa.
Glielo ha detto Giuditta Grisi: fin da quando la portinaretta si perdeva in muti colloqui con il ritratto della cantatrice.
Meravigliosi discorsi!... Memorie di viaggi e di teatro: palcoscenici accecanti di luce, estasi di pubblici rapiti nella melodia: la folla pareva un sol uomo, e il suo entusiasmo si tramutava in magnifico furore. Sorrisi, doni di regine e di re. E amori. Amori: rapidi come una rappre-