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126 | Stella mattutina | :: |
Silenziosamente, religiosamente, la giovinetta si pone a confronto con la madre; e ritrova, riprodotte in sé, sotto una pelle più ambrata e percorsa da sangue più giovine, la stessa delicatezza d’attaccature, la stessa rete di vene fra l’azzurro e l’ametista, a fior dell’avambraccio e dei polsi; quasi discese fossero entrambe da una razza di nobili, affinata, consunta attraverso i secoli. Uguali anche, però, nella resistenza dei nervi, nella tempra della volontà, nella fondamentale sanità dell’organismo. La piccolezza alata delle mani forma contrasto con la fronte massiccia e la quadra ossatura delle mascelle.
Com’era il padre di sua madre?...
Non sa. Non lo conobbe.
Com’era il marito di sua madre?...
Non sa. Non lo conobbe. Aveva un anno quand’egli morì.
Né può, pur volendo, chiamarlo «babbo»: se chiede di lui alla mamma, dice: «tuo marito».
Del resto, la mamma, che pur chiacchiera così volentieri sulle cose passate, su questo punto è pressochè muta: non narra mai di lui vivo