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122 | Stella mattutina | :: |
occhi: con le bende miserevolmente incollate al marciume crostoso e puzzolente delle ferite; con la gola martirizzata dalla sete; con le vene vuotate dalle emorragie o incendiate dalle febbri.
— Donna Teodosia!... Presto!... Arrivano!... Corriamo!... Son qui!...
Quel carro, che, scostati i tendaggi carichi di polvere, mostrò alle giovani donne interrorite un gigantesco zuavo, cresputo e fosco, nudo dalla cintola ai ginocchi, rivelante fra il disordine delle medicazioni un’orrenda ferita all’inguine!...
Quei due ragazzi in una vettura, con poveri visi supplichevoli di bambini messi in castigo, che insieme non possedevan più se non due braccia e due gambe!...
Quel granatiere francese, che più non aveva apparenza di uomo, e si raggomitolava e si contorceva fra le convulsioni, ululando con arrotar di denti:
— A boire!... Oh, de l’eau!... de l’eau, par pitié!...