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:: | Stella mattutina | 121 |
dino, serrate l’una all’altra, corpo ed anima nell’incanto del lume lunare e della giovinezza ebbra di sè!...
Poi, la guerra del cinquantanove. Solferino, San Martino. Le ambulanze. La villa patrizia trasformata in ospedale da campo, con medici, infermieri, gabinetti di chirurgia: le guardarobe ridotte a laboratorii di bende e filacce: i saloni, i corridoi senza fine, a dormitorii per i feriti.
Le ambulanze. Quante!... Lentissime, a distanza le une dalle altre, senz’ordine, sotto la rabbia del sole canicolare o della pioggia temporalesca, giungevano con il loro carico di dolore. Quei francesi, che poco tempo avanti erano stati visti partir per la guerra, pomposi, brillanti, in tutto punto, alcun d’essi portando, oltre al fucile, un uccelletto addomesticato, un gattino, un cagnolino sur una spalla: quei piemontesi duri di scorza, ispidi nel volto e pieni di fegato, tornavan sui carri (quando tornavano) gemendo come fanciulli che implorin la mamma, amputati e medicati alla meglio sul campo, chi senza un braccio, chi senza una gamba, chi senza gli