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Storie d’amore, sì. Storie, come questa, d’invincibile amore racconta serenamente l’operaia Vittoria alla figlia pensosa dei propri sedici anni. Non le sfiora nemmeno la mente il timore che le possano far del male. Per lei Dinin è sempre la miracolosa bambina che le seppe un giorno ripetere da capo a fondo le disgrazie della «Portatrice di pane», ascoltate, fingendo di dormire, dalla sua viva voce; che più tardi studiò con avida gioia la storia di Francia, nei romanzi cavallereschi di Alessandro Dumas padre; che lesse tutto lo Zola senza rimanerne lesa. Il cervello della figlia è, per lei, nettamente separato dalla carne debole e caduca. Deve, la figlia, tutto ascoltare, tutto vedere, tutto sapere. Farà grandi cose, forse, un giorno (così