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106 | Stella mattutina | :: |
E proseguirono nella loro esistenza crepuscolare, rotta dai soliti rumorosi litigi, dopo i quali il vecchio conte correva a ravvolgersi, bofonchiando, il calvo capo nel fazzolettone di seta a scacchi gialli e rossi, che la servitù chiamava «il fazzoletto delle baruffe»; e la contessa Francesca si gettava a zig-zag, scarmigliati e cadenti sulle spalle i capelli ancor neri, attraverso i viali del giardino, gridando con un paio di cesoie da potatura brandito nella mano:
— Taglio!... Taglio!... Taglio il matrimonio!...
Spesso, in giardino, scendeva anche la fanciulla; ma sola, e quando era certa che nessuno la seguisse. E penetrava nel folto dei gruppi d’alberi e dei cespugli, e sceglieva e coglieva con ogni cura erbe delle quali, nella propria camera, componeva poi strane mescolanze, che inghiottiva di soppiatto, a ore fisse, mormorando giaculatorie e facendosi il segno della croce. E andava diventando del verde colore di quelle erbe, e il suo sguardo si smarriva sempre nel vuoto; ma non si lagnava mai; e a