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:: | Stella mattutina | 101 |
Rabbiose dispute, ad intervalli, scoppiavan fra i due; specie per questioni d’interesse. Alla fine di ognuna, assordato dalle isteriche invettive della moglie, il conte Giorgione andava disperatamente trascinando la sferica mole sulle corte gambe, per sale e corridoi; annodandosi sul capo, come a difesa, un fazzolettone di seta a scacchi gialli e rossi. La contessa Francesca si precipitava in giardino, scarmigliata; e, brandito un paio di cesoie da potatura, le agitava sui fiori e sui rami, gridando:
— Taglio!... Taglio!... Taglio il matrimonio!...
Nè le scene cessarono quando, compiuti i diciotto anni, donna Augusta tornò dal collegio.
Sarebbe poco il dire che donna Augusta era bella.
Tante donne son belle. Donna Augusta era la stessa bellezza.
Aveva ereditato la plasticità della madre e i suoi possenti capelli turchinicci; la carne perlacea e il lungo ovale dei Dauli; ma il segreto della sua venustà non era in questo; e nem-