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96 Stella mattutina ::

sformazione, che la rende prima felice, poi incerta nel passo e greve nel cervello come un’ubbriaca...

Non prega. Gode. Occhi immobili la fissano benevolenti. Gode. Non viva fra morti, ma viva fra vivi, in un campo di sconfinata libertà dove nessuno la turba, nessuno aspetta nulla da lei; ed ella basta a se stessa, con la spontaneità d’un elemento.

Il suo bisogno di solitario vagabondaggio qui si placa: più in là non saprebbe andare: ove sono le tombe è l’infinito, e in esso ella riposa.


La mamma sa molte storie. Vere: di famiglie nobilesche, amiche o parenti della casa in cui nacque e visse fin dopo i trent’anni: vedute con i propri occhi, oppure udite dalle bocche dei servi, o respirate nell’aria come leggende.

La sua voce, nel raccontarle, (è tornata dall’ospedale; e a questi pochi giorni di convalescenza conviene pur fare un incanto) è la stessa, fresca d’incorruttibile giovinezza, che dieci anni