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Luigi Majno 75


di un bambino. Di un bambino, talvolta, nella quiete delle ore raccolte, l’accento e la voce.

Dolce casa!... Vasi di fiori, tralci di edere sorridevano alle finestrelle; quadri di giovini artisti, allora all’alba della fama, sorridevano dalle pareti. Vi si saliva per molte scale, le stanze eran basse come solai; ma quanta luce, quanta grazia, quante cose belle là dentro!... Folate di vento carico di pòllini, squilli di risa simili a campanellini d’argento vi portavano i tre fanciulli. Vi si beveva serenità, come a polla di acqua sorgiva. Intorno al placido pater-familias e alla donna dall’anima misteriosa, che già recava negli occhi il presenso delle tragedie future, un flusso e riflusso inesausto d’amici. I più bei nomi dell’arte di quel tempo.