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36 orazioni


il verde c’era: Piazza Castello, seconda panca a sinistra del viale: oppure, nel cavo tronco di un albero secolare, presso il dazio di Porta Tenaglia.

Nel raggio d’influenza di colei che, con subitanea, selvaggia passione, egli chiama «la mia mamma», el re di lader si ravvede, rinuncia al cattivo potere: senza per questo, s’intende, tradire i suoi compagni, e sicuro del complice silenzio di Alessandrina Ravizza.

E vorrebbe, sì, lavorare: entrare nella Nave-Scuola del Garaventa, dove tanti discoli furono accolti, e trovarono la salute del corpo e dell’anima nella disciplina del Maestro, nell’alito salso del mare.

Ma si ammala, orrendamente, di tigna.