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le labbra di chi le dice e il volto di chi le ascolta. Penetrò, con il proprio istinto psicologico che non fallava mai, nell’intimo di quelle animule, pozzi profondi d’acqua avvelenata. Decifrò, con acuta avidità scientifica, la nevrosi del futuro barabba. Ricevette, da bocche quasi infantili e già decrepite, rivelazioni straordinarie sulle speciali leggi, sulla disciplina feroce della società sotterranea.

Ma non le bastò.

Seguì fuor del carcere, nella vita, i suoi piccoli delinquenti. Mostrò loro il bene, come si apre una finestra a chi asfissia, come si indica una sorgente di fresca acqua a chi è arso da troppo calore. Li convinse con il genio della persuasione. Fu la mamma, solo e divinamente la mamma. Li amò, li capì, li difese, se li con-