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Luigi Majno | 105 |
raria d’ogni paese del mondo, tutto in lui fu calpestato e messo alla tortura.
Ed egli odiò come aveva amato: e quell’odio era, tuttavia, amore.
L’Uomo che non aveva nel corso de’ suoi anni fatto piangere alcuno, non seppe mai perdonare all’Austria e alla Germania di non avere egli potuto additare a sè ed agli altri, per difendere l’incolumità delle patrie, altra arma se non la stessa del nemico: la guerra.
E il rodimento di trovarsi costretto ad accogliere un’idea sorpassata, ad ammettere il diritto della forza brutale, a predicare spargimento di sangue, gli contorse l’animo, gli avvelenò le sorgenti dello spirito, lo avvilì di fronte a sè stesso, lo condannò a morte.
Sotto la percossa della stessa intima
Ada Negri. Orazioni. | 14 |