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Luigi Majno 103


contro la tratta delle Schiave Bianche: mettendo al servizio della causa l’autorità del suo nome e della sua perizia — e la purezza della sua fede nella salvazione della donna considerata quale bestia irresponsabile, che si marchia a fuoco, si vende e si compra.

A tal perfezione morale era assunta la figura di Luigi Majno negli ultimi anni di sua vita, che egli era ormai divenuto l’arbitro supremo in ogni disputa, il consigliere il cui responso veniva accettato senza ribatter sillaba, il giudice dagli stessi avversarî invocato e obbedito.

La compattezza della sua compagine psichica entrava nel dominio dell’Assoluto: l’armonia da lui emanante equilibrava le forze contrarie. Majno il Buono era di tutti, in tutti, per tutti.