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Luigi Majno 99


— forse ignorandosi — così sommessa ed implorante: la voce d’un piccolo: quando si raccomandava non fosse più toccata una certa finestra della casa, dove due tortore avevan fatto il nido, appoggiandolo ad un’imposta: quando, assopito in una poltrona, il padre susurrava come in sogno il nome dei figli: Mariuccia.... — Carlottina.... — Dinetto!...

Ma le figliuole partirono.

Prima fu quella che nel fiammeggiar dello spirito, nella profonda potenza dello sguardo più somigliava alla madre.

Seconda fu quella che al padre più somigliava nella florida grazia bionda, e pareva muoversi in un raggio di sole: e Carlottina era il suo nome, ma gli amici della casa la chiamavano Azzurra.