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stò e seppe far gustare la poesia di Carlo Porta meglio di lui. Nessuno fu di lui guida migliore attraverso il dedalo e la storia delle antiche vie di Milano autentica, così ricche di gioielli architettonici e di opulenti giardini.

Fu, nelle piane e larghe linee della sua fisionomia morale, il veridico figlio della metropoli lombarda. La muscolosa nella lotta. La sanguigna nel godimento. La serena nel giudicare. L’inesauribile nel soccorrere.

L’uomo che, avendo potuto guadagnare e metter da parte centinaia di migliaia di lire, morì quasi povero per aver molto dato a chi ne aveva bisogno, fu schietto sangue e schietta carne della città prodiga nel donare per aiuto, con le mani finissime de’ suoi patrizi, volitive tenaci intelli-