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92 gli adolescenti


dell’ombrello, lui tirandosi dietro la bicicletta come un buon cane pel collare.

Intorno era il silenzio: il quieto silenzio dei giardini dello Zürichberg, che pare soffochino sotto la lussureggiante verzura le villette troppo piccole, vestite di piante rampicanti.

I peri e i pèschi avevan finito di fiorire; ma i cotogni, più tardivi, eran tutti una nuvola bianca e rosea, e continuavano in terra l’aspetto del cielo, velato di nubi leggere, moventisi, sovrapponentisi in taciti cumuli. — Uno scoppio di vegetazione, una pletora di linfe. — Terrazze chiuse da vetri colorati, coperte di glicini dai fittissimi grappoli, d’un viola quasi grigio: alberi di serenelle, carichi più di fiori che di fronde, in un’armonia delicata di ametista, di lilla, di bianco latteo: biancospini, azalee, e le piogge d’oro dei citisi, a trabocco dalle basse cancellate dei parchi: e verde, verde, verde di tutte le sfumature, denso, fronzuto e trionfante, solo interrotto dai solchi delle stradette uguali, perdute l’una nell’altra, a somiglianza dei viali d’un labirinto. Nella sua veste primaverile, Zurigo, dove Antonella era nata da genitori italiani, dove Petruccio aveva co-