Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu/97


gli adolescenti 91


generalmente inosservate. E quel limpido ma acuto viso era specchio nel quale non amava mirarsi la creatura viperina, che, destramente rigirandosi fra la violenta sensualità del padrone e l’orgoglio della padrona chiusa nel suo rancore esasperato, approfittava dell’anarchia dissolvente la compagine di quella famiglia per raggiungere, nell’ombra, un suo scopo.

Nella fulva e verde solitudine della strada alberata salente verso la collina, Petruccio, che pedalava vertiginosamente, si arrestò di botto sul passaggio di Antonella.

Il bel ragazzone bruno e muscoloso, dal sorriso brillante, dalle spalle quadre, scivolò dalla bicicletta, mise la mano al grigio berretto a visiera, e subito la stese alla fanciulla.

Erano rossi tutti e due, d’un rosso acceso di papaveri fra il grano. Poi divennero pallidi. E non si dissero niente. Sì, la solita, l’eterna parola si dissero, cogli occhi. E seguitarono il cammino, lei tormentando il manico