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88 | gli adolescenti |
rendeva più bianco il viso, che nel fiero disegno delle labbra e nel verde-grigio cangiante degli occhi recava l’inquietante mistero d’un’anima già offesa dalla brutalità della vita.
Chiudendo con un secco “tic„ i ganci automatici della camicetta candida e della sottana blu, si mise a canterellare. Si mise, — con forza, per null’altro intendere, per interporre una barriera fra sè e le due belve che si azzannavano a pochi passi da lei, — a pensare che la mattina di maggio era velata ma dolce, che non sarebbe piovuto, che i pomari dello Zürichberg erano ancor tutti in fiore, che Nellie Altwegg l’aspettava lassù, e lungo la strada ella avrebbe incontrato Petruccio.
“Petruccio, Petruccio„ modulò sul ritmo d’un tango argentino, mentre di là veniva il fracasso d’una sedia buttata in terra, di due o tre rauche imprecazioni, e il mugolio disperato della donna fuor di sè.
Poi, la porta d’uscita sbattè sui cardini.
Il padre se n’era andato, certamente: succedeva sempre così. Pochi minuti dopo, dalla finestra, Antonella lo scorse camminar lungo