Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu/83


anima bianca 77


glio d’acqua, non aveva nemmeno risposto. Allora il beffardo giovine, colle mani in tasca secondo il solito, e la testa viperina affondata nel collo tutto corde e nodi, s’era allontanato obliquamente, fischiettando sull’aria: “Son spagnola e danzo il bolero„ un suo pensiero venefico: Te la voglio fare, monachella: vedrai!...

In un nebbioso crepuscolo di novembre, la signora maästra tornava, sola, dalla Cascina Rossa. — Cric-cric — facevano sotto i suoi piedi le foglie morte. Pensava: Il bosco è un letto di foglie morte.... D’un balzo, qualcuno le fu sopra.

Non aveva avuto il tempo di scorger l’uomo sbucar da una macchia; e già boccheggiava nella sua morsa. Urlare non poteva. Si dibattè, gorgogliò qualche mozza parola disperala, cacciò le unghie nel collo dell’assalitore, cieca, demente. Fu la lotta originaria — senza pietà nel forte, senza speranza pel debole — che forse, nei tempi dei tempi, quelle selvagge foreste avevan vista combattere fra il maschio avvolto di pelli caprine e la femmina solo coperta dal manto de’ suoi capelli. Tale si rivelò l’amore alla maestra di prima elemen-