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Gli occhi di Rosanna erano piccoli e trasparenti, d’un azzurro d’aria, d’una limpida serenità; la sua voce aveva la serenità e la trasparenza de’ suoi occhi.

Angolosa nel corpo — che non aveva perduta mai la scarna goffaggine dell’adolescenza — di lineamenti comuni, ma non volgari, coperte le guance ed il mento d’una pelurie biondetta che i maligni del paese chiamavano, nel loro bastardo dialetto, la barba dla maästra, non possedeva di bello che le trecce: due inverosimili trecce di color rosso rame, a striature d’oro, così folte che ogni tanto s’allentavan sul collo e parevano crollar giù. E sorrideva bene, rialzando gli angoli della bocca ancor fresca su denti dallo smalto più