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308 il denaro


di meglio da fare: essere una donna, essere bella, adorata. È perchè ne sei priva, che tu odii il denaro. Vedrai, vedrai l’agiatezza come è dolce, piccola cara, piccola bella....

E la fanciulla si sentì presa per la vita, stretta alla cintura da ferree braccia: con l’odore ferino del maschio nelle narici, con quell’alito di fuoco sulla bocca, con quella carne madida incollata alla carne.

La sua chiusa ed aspra verginità si armò d’un balzo di mille punte, trovò in se stessa la più artigliata difesa. Graffiò, morse, lacerò, si strappò da quelle tanaglie, balzò, gatta elastica e minacciosa, contro la parete. I suoi occhi fosforescenti, tutti pupilla, mettevan paura. La voce le usciva quasi afona dalla strozza, rotta dall’ansimo.

— Se ne vada. Ha capito?... Crede di comperarmi?... Non sono una balla di stoffa, io. Si guardi, è vecchio!... Tenga per sè i suoi biglietti da cento e se ne vada. Mi fanno orrore. Sono come quelli della fruttivendola di via Roma; ma ancor più nauseanti. Ah!... io so, io so. Vada, o mi metto ad urlare, che tutti sentano.

Avvilito, tutto in sudore, con qualche goccia