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24 nella nebbia


nel grigio, scampanellando dalle sonagliere dei cavalli. La coltre spessa e morbida tappava ogni fessura, attutiva ogni rumore, mascherava ogni fisionomia.

Di questo, sovra tutto, era felice Raimonda, che camminava sicura, conoscendo così bene la sua via quotidiana dall’ufficio alla casa, che i piedi gliel’avrebbero potuta far da sè senza l’aiuto degli occhi. Raimonda aveva la parte destra del viso orribilmente sfregiata. A dieci anni, una mala caduta sulla brace rovente del caminetto l’aveva ridotta così. Per ironia della sorte era cresciuta agile e bellissima di corpo, calda di sangue, chiara nell’animo, pronta nei sensi, certo creata per un destino d’amore, se l’atroce mezza maschera raggrinzata, paonazza, costringendo anche la bocca ad una smorfia grottesca nel riso, non l’avesse deturpata senza rimedio.

Dinanzi all’apparente gaiezza di lei, d’una esuberanza a tratti eccessiva, parenti ed amici pensavano e dicevano: — Per fortuna è indifferente alla sua disgrazia. Pel mostro non esiste la propria mostruosità.

S’ingannavano. Non forse la madre, alla quale il sesto senso materno dava pupille più