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il denaro 287


E mentre il tempo scorreva, i lineamenti dell’estinta si riscolpivano, fissandosi in una bellezza senza nome.

Quando mai, durante la faticosa vita, ella aveva avuto quella bocca di maraviglia e d’estasi, quell’armonia di contorni, quella pace nel volto?... Che vedeva, con occhi chiusi?... Che udiva, con orecchie pietrificate?... Vedeva, sentiva Iddio?... Dov’era, com’era, Iddio?...

In Veronetta respiravan due creature ben distinte: quella che soffriva e quella che scrutava entro la sofferenza, dilatando le pupille per meglio indagarla.

La morte era dunque così?... Sua madre sarebbe sempre rimasta così?... E la voce gorgheggiante e le braccia infaticabili e il cuore senza paura, tutto un germoglio di speranza anche nei giorni più torbidi, ove stavano ora?... Quale era la vera Anna Longhena?... La presente o la scomparsa?...

— Mamma!... — chiamò, sottovoce.

Silenzio. Immobilità. Bellezza suprema.

E riposo: riposo perfetto.

Nessuno spettacolo Veronetta aveva veduto mai sino allora, che le sembrasse così grandioso. Un orgoglio l’investì, di saper compren-