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284 | il denaro |
II.
Aprile. Cielo di bambagia, soffice, d’un grigio dolcissimo. Pulviscolo verde-dorato di prime foglie nel giardino. Calici rosei di magnolie giapponesi precoci, senza fronde. Fragranza di violette invisibili, sparsa nell’aria. Giovinezza....
Veronetta, al suo balcone, con un libro in mano, mormorava versi. A dir vero avrebbe dovuto studiare le radici cubiche, ella che ripeteva il secondo corso magistrale (ahimè, che dolore, povera mamma!...) per quella maledetta scienza dei numeri. Ma un sonetto del Petrarca le entrava lentamente nel sangue, più inebriante dei succhi della primavera:
Sento l’aura mia antica, e i dolci colli |
Quand’ecco, scorse una massa nera di gente affollarsi al cancello, dal lato della via. E il