Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu/279


il denaro 273


Un pomeriggio di carnevale (pioggia e sole alternati in scrosci e sprazzi) la madre di Nanna e Ninna, — una giunonica signora che tutti chiamavano rispettosamente donna Carla, e se ne stava sempre in veste da camera, e parlava sempre con reciso accento di dominio, — incontrò Veronetta sotto il portico, e le disse:

— Ti piacciono i tortelli?... Ne mangerai stasera in casa nostra fin che vorrai, se ti contenti di aiutar la cameriera a servirli in tavola.

La fanciulla avvampò; ma non ebbe il coraggio di rifiutarsi; nè l’avrebbe potuto.

La sera andò, tutta ben ravviata dalla mamma, che le susurrava dietro per le scale:

— Portane qualcuno anche a me!...

La si fece subito entrare in cucina, dove la cuoca, proprio in quel momento, stava sfornando i fumanti tortelli dal color biondo, dal succoso profumo, e li incipriava di zucchero alla vaniglia. La cameriera, una sfrontatella tutta bocca, bazza e maldicenza, mise nelle