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254 | “mater admirabilis„ |
— Figurarsi!... Le mando giù Carlotta. E grazie!... Finita la guerra le faremo un monumento di lana!...
La seconda personcina, modestissima in un mantello quasi monacale di buretta color caffè, stretto da un cordone alla cintura, scomparve anch’essa sotto l’androne.
Noncurante del freddo, Lucetto giocava nel piccolo cortile, col suo cavallo di legno. Brandiva un vecchio mestolo carpito a nonna Assunta: aveva inforcato il cavallo e gridava, movendo contro un esercito immaginario:
— Morte ai tedeschi!... Nonna, vieni a vedere!... Ne ho ammazzati cinquantacinque!...
Il perchè di quel cinquantacinque era misterioso. Per Lucetto quella cifra rappresentava il massimo, equivaleva al migliaio, al milione, al miliardo. Uccidere cinquantacinque tedeschi!... Era la guerra vinta, il nemico in rotta, il babbo di ritorno, senza una graffiatura e col petto tappezzato di medaglie d’oro e d’argento.
— Nonna!... Vieni dunque a vedere!... Sono tutti per terra e non si muovono più!...
Assunta non lo udiva nemmeno. Sferruzzava quieta quieta, nell’angolo più chiaro della