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Storia di una taciturna 217


figli. Ova, latte e legumi le bastavano per cibo: la sua magra pensione di vedova d’impiegato governativo passava in gran parte nelle mani dei poveri. Si veniva da lei per consiglio. Ella guardava spesso cader la pioggia, sfioccarsi le nubi, sorgere e tramontare il sole, sbocciare od appassire un fiore, con la fresca sorpresa di chi mira tali bellezze per la prima volta.

— Una donna insignificante, via, dalla quale è fatalmente sbucata una beghina — pensava di lei Gigetta, divenuta ormai un personaggio importante che parlava nei congressi e collaborava a riviste di pedagogia.

— Meglio così — concludeva Giacomo, mettendosi la sua miglior cravatta per far visita alla fidanzata.

— Qualcosa ci deve covar sotto — ruminava fra sè e sè il vecchio parroco, stringendo le labbra argute e sfavillando bonaria malizia di sotto agli occhiali. Poi, ritto presso la siepe viva ch’egli sorpassava di tutta la testa, chiamava, col suo vocione di basso profondo:

— Signora Caterina?... signora Caterina?...

E il cancelletto gli veniva subito aperto; e