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Clara Walser 199


durante il corso di una sola notte?...) ma vivi e giovani, pieni di movimento e d’aria, costretti sulla nuca in un grosso mazzocchio. Qualche anno prima, biondi e sciolti, avrebbero potuto folgorare al sole sul dorso d’una Walkiria a cavallo.

Dopo una pausa — secondo il suo costume — ella mormorò:

— Le donne il cui destino è di essere madri (il più bello, il più gaudioso destino, sia pur nel dolore) dànno al mondo creature che loro rassomigliano, e nelle quali continuano a vivere. Quelle che rimangono sole e sterili, debbono pur trarre dal proprio io un’opera che sia la diretta espressione — e continuazione — della loro forza, della loro sensibilità. Credete che l’anima sia solo dell’essere umano?... Credete che qualche molecola o irradiazione di essa non possa vivere in una trina, in una maiolica, in un legno scolpito, in un ricamo?...

Sorrideva, di un sorriso sereno che addolciva le linee di forza del suo volto, segnato d’ombre, lavorato a cesello dalla vita.

— Ed ora che avete veduto le mie trine, vi rapisco, per mostrarvi la mia cella e i miei