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198 confessioni


da finestra in grossa tela, a larghe e regolari incrostazioni di punto lacis, d’uno stile così semplice, così puro, così robusto, d’un’esecuzione così perfetta, che non se ne poteva staccare lo sguardo.

Osservando attentamente le trine e la donna, si aveva, profonda, la sensazione che il lavoro rassomigliasse in singolar modo all’artefice, e che lo stesso ritmo di vita governasse l’uno e l’altra.

Io lo dissi a Clara Walser, uscite che fummo dall’esposizione, e lasciata che avemmo dietro di noi la mole del Landes Museum di una pesantezza di piombo sotto il cielo di una tenuità di fumo.

Ella sorrise e non rispose subito. Era tornata nella sua nobile calma abituale.

Qualche passo più in là, presso alcune fabbriche, sostammo un istante sulla furia delle acque, ribollenti in quel punto in due o tre vertiginosi gorghi intorno a denti di ruote enormi.

Quella tempesta d’onde e di spruzzi a vortice era grigia come le nubi e le pietre, come la veste e i capelli di Clara Walser.

Capelli argentei (decolorati da un veleno