Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu/203


Clara Walser 197


l’arte della scultura in legno, della ceramica, del merletto, del disegno, della decorazione.

Il buon gusto ed il capriccio muliebre si eran divertiti, prodigati nel rivestire di fragile preziosità quegli interni, che pareva attendessero cinguettìi di bambini, confidenze d’amiche e d’amanti, musiche di voci cordiali fra aromi di fiori e di thè.

Clara Walser aveva fretta, mi trascinava un poco. Non mi sembrava più lei, sempre così calma e quasi rigida.

Passammo di volo davanti ad un salottino che avrei voluto meglio osservare, per certi caldi toni di luce, ottenuti con giallo su giallo; ad un altro con piccola tavola, un gioiello di tavola, apparecchiata per due, tovaglia annodata da fiocchi rosei, tazze e coppe iridate d’una leggerezza d’ali, orchidee violacee: sedie, divanetto e cuscini armonizzanti in rosa stinto e viola smorto, come le note in sordina d’un minuetto.

— Ecco — disse Clara Walser.

In una stanza severa, con mobili di color fulvo a linee sobrie e diritte, con poche maioliche a disegni violenti su fondo d’ocra, erano esposti, di lei, una tovaglia e quattro cortinaggi