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Un rimorso 163


dete che lo ami?... Nemmen per sogno. Ascolta ed ama in quell’estraneo la propria giovinezza che non è ancor finita, un mistero di gioia che non le è forse ancora stato rivelato, il mutamento, il bisogno di sfuggire alla noia atroce di tutti i giorni, regolata dalle sfere dell’orologio, dalle visite ai conoscenti, dai pasti e dalle sieste dei bambini, e dall’arrivo della posta. Ama sè, in quell’estraneo.„

Sentii scricchiolare le falangi delle sue mani, intrecciate sulle ginocchia.

“— Ed ecco, mi accorsi che di quell’estraneo ero rimasta incinta.„

....L’one step continuava, nella galleria vetrata, il suo ritmo balzellante e voluttuoso. Quelle coppie non avrebbero dunque mai finito di ballare?... Danzavano, danzavano, corpo contro corpo, faccia contro faccia, mani ad artiglio sulle spalle: le dame con un sorriso incosciente diffuso nel volto, i cavalieri col collo insaccato negli omeri come esigeva il brutale ballo di moda, in null’altro dissimili dai teppisti che nell’impeccabile taglio della marsina, aperta sullo sparato abbagliante di bianchezza.

“— Il primo effetto della scoperta — continuò