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il crimine 111


seduta su una panca presso l’unica finestra, non si alzò nemmeno, al comparire dell’Imperatrice. Si accontentò di volgere verso di lei la testa calva, la faccia senza sguardo, di marmo giallo, che dimostrava cent’anni.

Deo gratias. Che vuoi?...

Cristiana non rispose: rimase addossata allo spigolo, rigida.

— Chiudi la porta a chiave, allora — disse la vecchia.

Quando fu fatto, chiese, tranquilla:

— Dunque?...

Con uno sforzo, penosamente, confusamente, Cristiana si mise a parlare. L’altra la lasciò dire e dire, come se nemmeno l’ascoltasse; ma, quando la voce si ruppe in singulti di supplica angosciosa, crollò il capo, facendo segno di no, di no, di no. Fu un lungo combattere, fra quella singhiozzante preghiera e quel diniego muto. Esausta, Cristiana si lasciò cadere a terra, tutta in un gomitolo, con un gemito lungo di cagna. Solo allora vide la vecchia levarsi a fatica (e non le parve più alta di quando era seduta) e strisciar sulle ciabatte fino ad un usciolo che richiuse dietro di sè. Per qualche tempo (dieci minuti?...