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98 gli adolescenti


— Tu, sì, sei cattivo. Ne vuoi la prova?... Hai il labbro inferiore che sporge, e i denti aguzzi, da gatto, troppo bianchi. Sei cattivo, sarai un marito violento, mi farai scenate tiranniche, ed io allora....

— E tu, allora?... Tu che cosa?... Tu piangerai, e mi amerai lo stesso. Hai capito?...

Le aveva afferrato il polso, l’aveva attirata a sè, ridendo ma dominandola col torace ampio, con lo sguardo appassionato. Si compresero, impallidirono, nella sùbita angoscia del ricordo familiare. Ebbero in quell’attimo la coscienza che il loro fresco amore racchiudeva qualcosa di ben più grave dei soliti capricci d’adolescenza, nati e morti in un soffio: un bisogno d’armonia, prepotente come quello del pane e dell’acqua: un desiderio di avviticchiarsi alla creatura necessaria, di mantener sempre viva la fiamma, di sentirsi immuni dalla contaminazione della discordia che avvelenava le loro case.

— Adesso basta. Adesso va. Il villino di Nellie è a dieci minuti di distanza. Potrebbero vederti.

— Addio, mia piccola.

— Addio, mio signore.