Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu/103


gli adolescenti 97


— Non ancora!... non ancora!...

Avevan ripreso a camminare, lei, lui e la bicicletta, fra un aereo svolar di petali a un improvviso alzarsi del vento.

Si susurravano, ora, piccole fanciullaggini senza nesso, senza senso comune. Tornavan bambini. Intorno, tutto era appena nato. Un pettirosso li guardava, da un ramo di mandorlo. Un ragazzetto passò, col grembialino pieno di bacche rosse. Aromi a zaffate, d’una dolcezza amara, venivano dal traboccante rigoglio delle glicini. Da qualche nuvola, a capriccio, cadevan rade e intermittenti gocce d’acqua.

— Hai un cappellino nuovo. Ti sta bene.

— L’ho guarnito da me.

— Ci vai, domani, alla scuola?... Io passerò alle sedici, tornando dal Politecnico. Aspettami.

— Mi fermerò un minuto sull’angolo di Rämistrasse.

— Ma non ti mettere, sai, quell’orribile giacca sciolta color mattone, colla cintura bassa. Non voglio. È troppo ardita. Tutti ti guardano....

— Geloso!...

— Cattiva!...