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6 Senza nome

Quando per l’uscio de la mia soffitta
          Entra sfortuna, rido;
Rido se combattuta o derelitta,
16Senza conforti e senza gioie, rido.

Ma sui vecchi tremanti e affaticati,
          Sui senza pane, piango;
Piango su bimbi gracili e scarnati,
20Su mille ignote sofferenze piango.

E quando il pianto dal mio cor trabocca,
          Nel canto ardito e strano
Che mi freme nel petto e sulla bocca,
24Tutta l’anima getto a brano a brano.

Chi l’ascolta non curo; e se codardo
          Livor mi sferza o punge,
Provocando il destin passo e non guardo,
28E il venefico stral non mi raggiunge.