Ei della vita tua la miglior parte
Avido succhia, e il fuoco di tue vene;
12E quel vampiro è l’Arte.
Nelle tue veglie solitarie, oh, quante,
Quante volte esso venne al tuo guanciale.
15Famelico e guatante!...
Tu d’Apollo nascesti al vieto regno;
Ma in questo secol bottegaio e tristo
18È un delitto l’ingegno.
Su, denuda nel verso prepotente
Le vive piaghe del tuo cor; sul viso
21Ti riderà la gente.
Ricca di gioventù sana e dorata,
Libra un inno d’amore; e ti diranno
24Fantastica e spostata.
Critici e sofi con insulti vani
T’inseguiran come lupi la preda
27Per mangiarsela a brani;