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238 Marchio in fronte

Ei della vita tua la miglior parte
Avido succhia, e il fuoco di tue vene;
          12E quel vampiro è l’Arte.

Nelle tue veglie solitarie, oh, quante,
Quante volte esso venne al tuo guanciale.
          15Famelico e guatante!...

Tu d’Apollo nascesti al vieto regno;
Ma in questo secol bottegaio e tristo
          18È un delitto l’ingegno.

Su, denuda nel verso prepotente
Le vive piaghe del tuo cor; sul viso
          21Ti riderà la gente.

Ricca di gioventù sana e dorata,
Libra un inno d’amore; e ti diranno
          24Fantastica e spostata.

Critici e sofi con insulti vani
T’inseguiran come lupi la preda
          27Per mangiarsela a brani;