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Vedova 217

VEDOVA.


Vedova triste che silente stai
Nel tuo gramo tugurio affumicato,
E cuci, e cuci, e non riposi mai
4Presso il letto del tuo figlio malato;

Che su la faccia scolorita e mesta
D’un antico dolor serbi le impronte,
E sei tanto infelice e tanto onesta,
8Vedi, vorrei baciarti sulla fronte.

De la finestra tua sul davanzale
Un geranio vermiglio s’incolora.
T’oppresse il fato, e pur tu serbi l’ale;
12Hai tanto pianto, e pur tu speri ancora.