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Sola 211



SOLA.


Langue d’autunno il solitario vespero
De l’âtre nebbie fra i cinerei veli;
Scendon l’ombre a le verdi solitudini
               4Giù dai lividi cieli.

Cadon le foglie, volteggiando aeree
Da la fredda portate ala del vento,
Quai morti sogni. Erra per l’aure un brivido
               8Come di bacio spento.

Sui capelli di lei, ravvolti e morbidi,
Muta agonizza l’ultima vïola.
Ella guarda laggiù, fra i nudi platani,
12Ritta, scultoria — sola.„