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Selciato cittadino | 277 |
ma non la riconobbe; e passò oltre.
Risa d’infanzia, risa di feminee
labbra scarlatte in dolce arco dischiuse,
schiette risa di popolo e sogghigni
di suggellate bocche s’incrociarono
razzando — e fu una rete di scintille.
Un nemico, con balzo agil di tigre,
si scagliò sul nemico; e nella mischia
brutale il sangue invermigliò la strada.
Fanciulle a gruppi vennero, con freschi
fiori al petto, alle trecce — e i rosei petali
caddero, a fascio, sull’orror del sangue.
I commerci e le industrie in forme innumeri
di sagacia, d’audacia e di conquista,
e amor che sogna, e orgoglio cinto d’armi,
e ambizïon che in fervido silenzio
le proprie arrota, e povertà che obliqua
tende la mano oppur s’asconde, tutto
passò, di sè, di sè la terra e l’aria
saturando, le vene delle pietre
gonfiando di viventi umane linfe.