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Selciato cittadino | 275 |
Vampe e vampe a me salgono dal lastrico
che sfioro, errando nel tramonto roseo.
L’ultimo fischio echeggia dalle fabbriche,
l’ultima rondin stride intorno agli embrici,
l’ultimo sogno langue sui garofani
dei davanzali, e van le lune elettriche
sbocciando in alto, tra una rete ferrea
di fili. — Oh, sol per me, pe’ miei veggenti
sensi, di vampe e vampe arde il selciato.
Io me ne cingo, come d’una fiammea
veste. — Io ben so di quanta vita è saturo
il selciato, in quest’ora del crepuscolo
misterïosa. — Femmine passarono