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270 | Samaritana |
Tu che ti stendi per dormir sull’erba
aulente di viole e d’innocenza,
e distingui semenza da semenza
e la mandorla sbucci quand’è acerba:
tu che legger non sai ne’ libri impuri
che l’uomo scrisse per offender l’uomo,
e rassembri in tua forza ad un indômo
puledro, che di nulla s’impauri:
lascia ch’io prenda la metà dell’aria
che tu respiri, la metà del frutto
che stai mordendo: — nel cammino io tutto
il mio bene ho perduto, o solitaria.
Io l’ho perduto e più non lo ricerco,
troppo imparai quanto quel ben sia vano:
tu che t’ascondi ad ogni sguardo umano,
dammi la sola voluttà che cerco.