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254 | L'affilatore |
per l’invidia che sè con sè dilania,
per la vendetta che in agguato palpita,
per le madri accosciate sulle porte
ad aspettar le creature morte:
per ogni triste uomo e triste femmina
ch’abbia commessa la colpa di nascere,
affila, affila i tuoi coltelli a punta,
fino a quando la cote sia consunta.
Ma il più aguzzo fra essi, il più terribile,
simile ad un gingillo demonìaco,
o affilatore, al desiderio mio
serbalo, pel nemico che so io:
e fra le spalle a tradimento il pènetri,
e si rigiri fra le rosse labbra
della ferita, adagio, con prudenza
raffinata, con perfida scïenza: