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L'affilatore | 253 |
Chiusa nel velo, coi lunghi occhi obliqui
fissi all’artier da la vermiglia tunica,
ritta presso la porta parlò ella,
e sibilo parea la sua favella:
«Affila, affila sulla cote lucida
i tuoi coltelli dai riflessi lividi.
Affila, affila, scarno affilatore:
questo per l’odio, questo per l’amore.
Nell’alterno strider le lame oscillano,
com’esse, al ghigno, i tuoi denti sfavillano.
Affila, per l’orgoglio e per l’insulto,
per l’ambascia che cela il suo singulto,